martedì 28 febbraio 2012

La Perplessa ha di che riflettere.

"C'è di che riflettere".
Le briciole, lasciamole agli uccellini, noi siamo Lupe, Leonesse, puntiamo un po' più in alto.
In ogni campo.
Perché c'è qualcosa di ancestrale che ci dice di non esagerare con le nostre ambizioni, di accontentarci, di scegliere o una cosa o l'altra.
L'amore o il sesso.
Il quieto vivere o la realizzazione piena.
La carriera professionale o la famiglia.
E via così, per ore.
Ma non siamo nate per accontentarci.
E attenzione, non sto facendo un discorso filofemminista, che a mio parere, il femminismo è già di per sé un'ammissione di bisogno di veder riconosciuti diritti che in quanto tali, sono già nostri.
Dico soltanto che alle volte manca solo qualcosa e la società, l'uomo di turno, la famiglia, il capo, diventano l'alibi perfetto per concederci di non rischiare.
Io non mi accontento.
Io non mi nascondo.
Se quello che ho deciso non arriva, la responsabilità è mia.
Ed essendo io la causa, sarò anche l'effetto.
Impossibile è una parola.Un concetto.
Nulla di più.
Se ciò che hai non ti sta bene, cambia.
Se ciò che ricevi non è ciò che vuoi, cambia.
Cosa?
Te.
E qui concludo.
Solo perché ho sonno.

Riprenderò.
Perché su tutto ciò, c'è di che riflettere porcamiseria!!!
LaPerplessachenoncistaennochenoncista!

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